buoni pasto
17 Dicembre 2025

I buoni pasto sono un benefit?

Nel panorama del Welfare Aziendale, uno dei benefit ancora oggi più apprezzati dai lavoratori risultano essere i buoni pasto; ma è davvero così? O forse semplicemente sono quelli con i risultati più facilmente tangibili?

Questi voucher rappresentano senza dubbio un aiuto concreto, offrendo un supporto economico per il pranzo o per la spesa e quindi per necessità quotidiane.

Ma è giusto fermarsi solo a questo? I buoni pasto sono davvero tutto ciò di cui un dipendente ha bisogno per sentirsi soddisfatto e motivato nel proprio lavoro o vengono apprezzati solo come contorno a qualcosa di più?

I buoni pasto da soli non bastano. Sebbene siano un benefit che funziona, non sono sufficienti a rispondere alle esigenze più ampie di un dipendente, né a rendere l’azienda un luogo di lavoro piacevole in cui lavorare e produttivo.

È qui che entra in gioco un concetto più ampio di Welfare Aziendale, che mira a mettere le persone al centro, migliorandone la qualità della vita.

Buoni pasto: un benefit che funziona, ma che non basta

Il buono pasto è uno dei benefit più diffusi nelle aziende italiane; oltre il 50% ne fanno uso. Il valore medio dei buoni erogati si aggira intorno a 6,75 euro, con soglie di esenzione fiscale fissate a 4 euro per quelli cartacei e 8 euro per quelli elettronici, che si avvicina al valore di 10 euro nelle nuove proposte legislative.

Offre una soluzione semplice e immediata, in grado di supportare i dipendenti nel loro quotidiano, garantendo loro un aiuto economico per l’acquisto di beni di prima necessità, per avere il “pranzo pagato” o per fare la spesa risparmiando.

Sebbene però questo incentivo venga ovviamente apprezzato, la realtà è che non può essere l’unico strumento di Welfare Aziendale: deve essere uno dei benefit, ma non certo l’unico.

Il mondo del lavoro è cambiato e con esso anche la società e le esigenze personali; le necessità materiali - per forza di cose - restano imprescindibili, ma - anche una volta raggiunta la stabilità economica - non è detto che ciò si traduca in benessere a casa, sul luogo di lavoro e nella vita privata.

I buoni pasto sono UTILI, rispondono a una necessità pratica, ma non sono in grado di risolvere le problematiche più profonde legate al benessere, come lo stress, l’ansia o la difficoltà relazionali.

Grazie a un nuovo livello di consapevolezza, i lavoratori di oggi cercano infatti, oltre a un supporto economico, anche una qualità della vita migliore, che includa orari di lavoro flessibili, supporto psicologico e programmi che promuovano un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Ok al sostegno solo pratico dei buoni pasto, ma i soldi non comprano la felicità…

Sostenere i dipendenti con i buoni pasto è una buona cosa, ma non è abbastanza per creare un ambiente di lavoro che promuova il benessere complessivo.

I benefit economici, come i buoni pasto, rispondono a una necessità tangibile e sono “facili” da elargire, ma non possono colmare il divario tra la soddisfazione materiale e psicologica.

Le aziende che puntano solo sul sostegno economico rischiano quindi di ignorare aspetti fondamentali del benessere dei propri collaboratori, come la salute mentale e il supporto emotivo.

I soldi non comprano la felicità e un benefit che si limita a compensare una necessità immediata non basta a rispondere alle esigenze di un dipendente, che ha bisogno di sentirsi apprezzato, valorizzato e supportato in ogni aspetto della sua vita, non solo in quello economico.

Per questo è necessario un approccio integrato, che sia parte integrante della cultura aziendale e che vada oltre la semplice remunerazione economica, concretizzando il benessere integrale delle persone.

Serve un concetto più ampio di Welfare come ecosistema

Il Welfare Aziendale non può più essere visto come una serie di benefit isolati, ma deve evolversi in un “ecosistema” che risponda a una varietà di esigenze.

I buoni pasto (così come anche l’assicurazione sanitaria o il supporto per i trasporti) sono indubbiamente utili, ma devono far parte di una visione globale che promuova il benessere fisico, psicologico e sociale del dipendente.

Un ecosistema di Welfare Aziendale ben strutturato prevede azioni concrete in grado di migliorare la vita quotidiana dei lavoratori, sia al lavoro che a casa, come la promozione di attività fisiche, l’accesso a programmi di counseling, la possibilità di smart working, la flessibilità negli orari di lavoro e la creazione di spazi aziendali dedicati al relax e all’inclusione, nonché piani di supporto per i neo genitori e/o per i caregiver.

Solo un approccio integrato, che considera la persona nella sua totalità, è in grado di garantire un benessere duraturo e un maggiore impegno da parte dei dipendenti.

Il Welfare Aziendale e i valori che mettono la persona al centro

Oggi, il concetto di Welfare Aziendale è molto più ampio e si fonda su valori fondamentali come la centralità della persona, l'inclusività, il benessere psico-fisico e il work-life balance.

La vera sfida per le aziende moderne è quella di riconoscere che il dipendente non è solo un "lavoratore", ma una persona con una propria vita, bisogni e aspettative.

Un programma di Welfare Aziendale che mette la persona al centro integra ai benefit economici la creazione di un ambiente che favorisca la crescita personale e professionale, promuovendo una cultura del benessere che investe in programmi di supporto psicologico, iniziative per la salute mentale, supporto alla genitorialità, orari flessibili e momenti di svago e socializzazione.

In tale contesto, il benessere dei dipendenti è considerabile una priorità per l'azienda, che si impegna a creare un ambiente in cui le persone possano essere felici e soddisfatte, sia in ufficio che a casa.

D’altro canto, quando l’azienda mette al primo posto la persona e il suo benessere, il dipendente è anche più motivato, produttivo e leale, creando così un circolo virtuoso che porta benefici anche all’organizzazione stessa.

In conclusione, i buoni pasto non sono una scelta sbagliata; sono sicuramente un beneficio utile, ma rappresentano solo una piccola parte di un contesto di iniziative molto più ampio.

Per creare un ambiente di lavoro sano, produttivo e che attiri e trattenga i talenti, è fondamentale pensare al Welfare Aziendale come un ecosistema fatto di equilibri dinamici, che si fondano sul benessere complessivo dei dipendenti e dell’impresa.

Solo quando l’azienda si preoccupa del work-life balance e del benessere psico-fisico dei lavoratori, riuscirà a promuovere il suo successo a lungo termine.


Torna al blog
Contattaci