Il mondo del lavoro si sta evolvendo rapidamente e, al suo interno, interagiscono sempre più generazioni, che si confrontano, evidenziando spesso approcci molto diversi tra loro.
Se un tempo il “posto fisso” rappresentava l’obiettivo comune, oggi, con l’ingresso delle nuove generazioni, le aziende si trovano a dover gestire una varietà di esigenze e aspettative mai vista prima.
Baby Boomers, Generazione X, Millennials, Generazione Z e, a breve, la Generazione Alpha sono tutte al lavoro insieme, ognuna con il proprio punto di vista su ciò che bisognerebbe ricercare nel lavoro e sul ruolo che questo dovrebbe ricoprire all’interno della propria vita.
Vediamo insieme quindi cosa sta cambiando e cosa comporta, provando a immedesimarci in ognuna di esse e a capire se una buona politica aziendale, basata sul Welfare, possa accontentare davvero tutti.
Le generazioni di oggi al lavoro: chi sono e come si differenziano?
Le principali generazioni che oggi popolano il mondo del lavoro italiano sono:
● Baby Boomers (1946-1964)
● Generazione X (1965-1979)
● Millennials (1980-1996)
● Generazione Z (1997-2012)
● Generazione Alpha (dal 2010), che inizierà ad entrare nel mondo del lavoro tra 5-10 anni.
Oggi le diverse aspettative rispetto al lavoro di queste generazioni sono sempre più evidenti rispetto al passato.
Ciascuna generazione ha vissuto esperienze uniche e ha elaborato una propria scala di valori, ma il denominatore comune - come vedremo - resta una crescente richiesta di equilibrio tra lavoro e vita privata, nonché l’importanza di lavorare in ambienti che rispecchino i propri valori.
Vediamo quindi nel dettaglio i singoli punti di vista.
Cosa ci aspettavamo e cosa ci aspettiamo oggi dal lavoro?
I Baby Boomers sono stati la generazione che ha visto il lavoro come un pilastro della propria identità.
Durante il loro periodo di crescita, l’importanza di un lavoro stabile, spesso legato a una sola azienda, era considerata la chiave del successo.
Oggi, la maggior parte di loro continua a considerare il lavoro come un obiettivo a lungo termine, ma cerca anche una certa stabilità economica e sicurezza. Secondo il report di Feltrinelli Education, quasi il 40% dei nati tra la fine degli anni ‘40 e ‘60 non prevede di cambiare carriera, preferendo la continuità.
I nati tra la fine degli anni ‘60 e ‘70 hanno invece vissuto la transizione tra un’economia industriale e quella digitale e sono quindi meno idealisti dei Millennials, ma pur sempre pragmatici. Ambiscono a un lavoro che offra una buona qualità della vita, ma anche autonomia.
La Generazione X - nonostante abbia un forte senso del dovere - non è più disposta a sacrificare la propria vita personale e cerca un giusto equilibrio tra carriera e famiglia. Una ricerca condotta da Deloitte evidenzia come il 58% di loro prediliga modelli di lavoro che promuovano un buon equilibrio tra vita e lavoro.
I Millennials (Gen Y) sono invece cresciuti con l’idea che il lavoro non debba obbligatoriamente essere solo una fonte di guadagno, ma anche di realizzazione personale. Vogliono quindi un impiego che rispecchi i propri valori, in particolare quelli legati alla sostenibilità, all’etica e all’impatto sociale.
La flessibilità, lo sviluppo professionale continuo e l’opportunità di fare carriera in un ambiente che valorizzi la diversità sono molto quindi ritenuti importanti. Oggi, più del 70% dei Millennials cerca un'azienda che garantisca esperienze significative e che investa in cultura aziendale, inclusività e benessere.
I nativi digitali, ovvero la Generazione Z, sono i più giovani nel panorama lavorativo attuale; hanno una visione del lavoro profondamente diversa da quella delle generazioni precedenti: desiderano orari flessibili, opportunità di apprendimento continuo e un lavoro che offra reali opportunità di impatto sociale.
La Gen Z è anche molto più propensa a cambiare frequentemente lavoro, nel momento in cui questo non soddisfi più le proprie aspettative o esigenze, in particolare per quanto riguarda l'inclusività, l’etica e la cultura aziendale.
Studi recenti rivelano che il 64% dei membri della Gen Z preferisce lavorare per aziende che promuovano l’autenticità e il benessere psicologico (Fonte: Deloitte Global Millennial Survey).
La Generazione Alpha infine, ovvero i nati dal 2010 in poi, è quella che ancora non è ufficialmente entrata nel mondo del lavoro..
Sempre più nativi digitali, cresciuti in un ambiente pervaso dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, hanno aspettative lavorative che non si limitano solo a un lavoro che li appaghi, ma che si estendono a una ricerca costante di innovazione e personalizzazione.
Si prevede quindi che questa generazione sarà molto focalizzata sulla ricerca di un equilibrio tra lavoro, vita sociale e passioni personali, in un contesto sempre più tecnologico e interconnesso.

Ma come si traduce tutto questo nella pratica? Come incide sulla vita di tutti i giorni in azienda?
Approccio al lavoro e ruolo nella vita: differenze e contrasti
Come abbiamo visto, l’approccio al lavoro cambia radicalmente da una generazione all’altra…
I Baby Boomers tendono a dare al lavoro un ruolo centrale nelle loro vite, con orari lunghi e una dedizione che spesso sfocia in un impegno esclusivo.
La Generazione X invece, seppur riconosca l’importanza del lavoro, considera la carriera come una parte della vita e non l’unico aspetto.
I Millennials sono infine sempre più alla ricerca di un lavoro che li soddisfi, che li faccia crescere e che rispetti anche i loro valori personali, senza sacrificare la vita privata, mentre la Generazione Z non concepisce il lavoro come separato dalla propria esistenza e ricerca flessibilità e benessere psicofisico, spesso preferendo il lavoro remoto o ibrido.
È quindi molto probabile che la futura Generazione Alpha si orienterà su carriere in grado di combinare la passione per la tecnologia con il desiderio di cambiamento sociale e benessere.
Molto spesso sul luogo di lavoro queste realtà così diverse si trovano oggi a convivere, mettendo in luce discrepanze e conflitti, legati proprio a un diverso approccio e impegno, nonché a un differente valore sociale attribuito al mestiere in sé.
L’impegno aziendale per il raggiungimento dell’obiettivo comune di rendere il posto di lavoro un luogo sano e piacevole per i propri dipendenti e collaboratori si trova quindi di fronte a una nuova sfida: come accontentare equamente i desideri e le aspettative di tutti?
Il Welfare Aziendale come strumento personalizzabile per un posto di lavoro accogliente per tutte le generazioni
Uno strumento cruciale per affrontare le differenze generazionali al lavoro è proprio il Welfare Aziendale; e il fatto che stia diventando una realtà sempre più personalizzabile non è un caso.
Per rispondere alle esigenze di ciascuna fascia d’età servono benefit e iniziative mirate e per farlo serve ovviamente un analisi preliminare, imprescindibile da audit, ascolto e richiesta di feedback continui.
Oggi non può più esistere (se mai è esistito) un unico modello di Welfare valido per tutti; l'approccio più efficace è indubbiamente quello in grado di offrire soluzioni diversificate, pensate per ciascun gruppo generazionale, favorendo così l'integrazione e il benessere di tutti i dipendenti.
Vediamo nel dettaglio quali sono le accortezze che un’azienda può tenere in considerazione caso per caso.
Welfare per Baby Boomers e Generazione X
Per i dipendenti più esperti, il Welfare Aziendale dovrebbe includere piani pensionistici e programmi di assistenza sanitaria avanzata, oltre a corsi di aggiornamento su nuove tecnologie e soft skills , che permettano loro di rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Inoltre, per supportare i Gen X, che spesso si trovano nella posizione di dover gestire sia il lavoro che le responsabilità familiari, le aziende potrebbero offrire supporti per la cura dei familiari e orari di lavoro più flessibili.
Welfare per Millennials e Generazione Z
I Millennials e la Generazione Z, invece, prediligono un Welfare che risponda alle esigenze di work-life balance, con iniziative legate alla flessibilità oraria, al lavoro da remoto e al benessere psicologico.
Benefici come piani di formazione continua, mentoring, buoni per attività ricreative (valorizzazione del tempo libero) e supporto per la salute mentale sono particolarmente apprezzati da queste generazioni.
Un altro elemento chiave per i più giovani è la possibilità di poter scegliere autonomamente tra diverse opzioni di Welfare: è infatti evidente come oggi le singole situazioni familiari possano condizionare le necessità degli adulti, basti pensare alla radicale incongruità tra le priorità di un genitore e di un single.
Welfare per la Generazione Alpha
La Generazione Alpha, che si affaccerà al mondo del lavoro nei prossimi anni, avrà sicuramente aspettative ancora più elevate in termini di innovazione, inclusività e personalizzazione del Welfare.
Si prevede che sarà fondamentale offrire opportunità di sviluppo tecnologico, work-life integration avanzata e supporto nella creazione di carriere allineate con le proprie passioni.
Come combattere l’ageismo e il GAP generazionale
Un altro aspetto cruciale da affrontare in azienda (di cui abbiamo già parlato in altre occasioni) è l'ageismo , ovvero la discriminazione legata all’età, sia essa rivolta ai più giovani o ai più anziani.
Oggi, più del 30% dei lavoratori over 50 dichiara di sentirsi escluso dalle opportunità di formazione e carriera, ma - al contempo - i più giovani sono ancora troppo spesso visti come “troppo poco esperti” o “troppo volubili”.
Abbattere queste barriere e creare un ambiente di lavoro non solo inclusivo, ma anche collaborativo e in grado di far frutto delle differenze in campo, per esperienze e skills, è fondamentale!
Le aziende possono adottare politiche inclusive, che promuovano lo scambio intergenerazionale, attraverso mentoring reciproci e corsi di aggiornamento condivisi. In questo modo, le esperienze dei più anziani possono arricchire le competenze dei più giovani e viceversa.
Un diversity & inclusion nel Welfare (D&I) deve prevedere programmi e benefit personalizzati, pensati per rispondere alle esigenze di una forza lavoro eterogenea, e creare un ambiente lavorativo in cui TUTTI i dipendenti, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali, possano sentirsi valorizzati e supportati.
Il futuro intergenerazionale delle aziende
Le aziende che sapranno rispondere alle esigenze generazionali diversificate, promuovendo politiche di Welfare flessibili e inclusive, saranno anche più competitive e attrattive sul mercato.
Il welfare personalizzabile è quindi oggi più che mai un alleato potente e concreto per mantenere alto l'engagement e ridurre il turnover, contribuendo a un ambiente di lavoro più armonioso e produttivo.
Già oggi e ancor più in futuro, l’integrazione generazionale non sarà più solo una necessità, ma una risorsa strategica fondamentale per il successo delle organizzazioni.