Hard Skills, Soft Skills
04 Agosto 2025

Hard Skills e Soft Skills per il futuro del lavoro

Viviamo in un’epoca in cui il mondo del lavoro cambia con una velocità impressionante.

Digitalizzazione, intelligenza artificiale, globalizzazione e nuovi modelli organizzativi stanno ridefinendo le competenze richieste ai professionisti in ogni settore.

In questo contesto in costante evoluzione, non basta quindi più essere tecnicamente preparati: oggi, per essere davvero competitivi e valorizzati, è fondamentale coltivare tanto le indispensabili competenze “tecniche” quanto quelle relazionali e comportamentali.

Hai mai sentito parlare di Hard & Soft Skills?

Oggi cercheremo di capire meglio non solo cosa sono e a cosa servono queste 2 tipologie di competenze, ma anche perché sono diventate così centrali quando si parla di futuro del lavoro.

Hard Skills: cosa sono e perché contano ancora

Le Hard Skills sono le competenze tecniche, oggettive e quantificanti.

Si tratta di abilità specifiche, apprendibili attraverso lo studio, la formazione tecnica o l’esperienza sul campo: conoscere un linguaggio di programmazione, parlare una lingua straniera, saper usare uno specifico macchinario, programma o software, saper leggere un bilancio aziendale e altre attitudini simili ne sono degli esempi concreti.

In genere, le Hard Skills sono quelle che troviamo elencate nei CV, supportate da certificazioni, diplomi o esperienze lavorative ben definite.

Sono fondamentali per svolgere ruoli operativi o specialistici e rappresentano spesso il primo criterio di selezione nei colloqui di lavoro.

Tuttavia, a seguito di una sempre più rapida evoluzione tecnologica e dei mercati, queste competenze necessitano di essere costantemente aggiornate, per rimanere valide e attuali.

In pratica, quelle che oggi potrebbero essere delle competenze preziose per un vantaggio competitivo, domani potrebbero essere già obsolete o non più necessarie.

Ecco quindi che il valore di una formazione continua torna di nuovo a farsi sentire, ma prima di capire in cosa si traduce realmente tutto ciò oggi come oggi, esploriamo anche l’altro lato della medaglia: le ormai sempre più note “Soft Skills”.

Soft Skills: il lato umano delle competenze

Accanto alle abilità tecniche, oggi viene dato sempre più spazio alle cosiddette Soft Skills, ossia le competenze trasversali che riguardano il modo in cui ci relazioniamo con gli altri, comunichiamo, prendiamo decisioni o gestiamo emozioni, difficoltà o imprevisti.

A differenza delle Hard Skills, le Soft Skills non si imparano tra i banchi di scuola e non hanno attestati a loro riprova, ma si sviluppano attraverso l’esperienza, l’osservazione, l’autoanalisi e, in molti casi, l’errore.

Saper lavorare in squadra, adattarsi a contesti mutevoli, comunicare in modo chiaro ed empatico, affrontare i conflitti con intelligenza emotiva: queste sono solo alcune delle qualità che fanno la differenza all’interno di un’azienda, soprattutto in un mondo del lavoro sempre più orientato alla collaborazione e all’innovazione continua.

Le Soft Skills talvolta possono essere innate o strettamente collegate al carattere personale o alle proprie esperienze di vita, ma ciò non vuol dire che non possano e non debbano essere allenate e coltivate.

Potremmo dire che sia Soft che Hard Skills necessitino - seppur in modo diverso - di un costante aggiornamento.

Le une non sorpassano né sostituiscono le altre, ma la relativamente nuova consapevolezza dell'acquisto di valore da parte delle competenze trasversali rappresenta un importante passo avanti per un mondo del lavoro sempre più umano e positivo.

Nonostante quindi sia facilmente intuibile la loro importanza, quali sono le Soft Skills più richieste oggi?

Le Soft Skills più richieste nel mercato del lavoro odierno

Non tutte le Soft Skills hanno ovviamente lo stesso valore, anche a seconda del contesto, ma alcune sono ormai considerabili “universali” e - lavorativamente parlando - vantano una particolare importanza.

Tra le Soft Skills più richieste e apprezzate troviamo ad esempio:

problem solving, ossia la capacità di analizzare situazioni complesse, individuare criticità e trovare soluzioni efficaci in modo autonomo o collaborativo.

Flessibilità, ovvero la capacità di adattarsi a cambiamenti improvvisi e a nuove modalità operative.

Capacità comunicativa, fondamentale per lavorare bene in team o gestire clienti e stakeholder.

Pensiero critico, che aiuta a valutare problemi complessi e prendere decisioni consapevoli.

Organizzazione e gestione del tempo, sempre più preziosa in ambienti lavorativi ad alto ritmo.

Autonomia, nella gestione del lavoro e del rapporto con eventuali colleghi.

Pensiero creativo e pensiero laterale, che consentono di generare idee originali e innovative e di affrontare i problemi da angolazioni insolite, trovando soluzioni alternative e non convenzionali. Entrambe Soft Skills chiave per l’innovazione e l’adattabilità.

Queste competenze, infatti, non solo migliorano la performance individuale, ma rafforzano la coesione del gruppo e la resilienza dell’intera organizzazione.

Eudaimon soft skills

Ma delle solide Soft Skills sono sufficienti? Non proprio…

Hard o Soft Skills? Una questione di equilibrio

Troppo spesso si tende a mettere in contrapposizione Hard e Soft Skills, ma la verità è che nessuna delle due categorie è sufficiente da sola.

Come dicevamo, le Hard Skills aprono le porte, consentendo l’accesso a ruoli specifici, ma sono poi le Soft Skills a determinare quanto a lungo e quanto bene si rimanga in un determinato ruolo e con che possibilità di crescita e carriera.

Pensiamo, ad esempio, a un brillante sviluppatore software: la sua conoscenza dei linguaggi di programmazione è ovviamente essenziale, ma se non è in grado di collaborare con il team, gestire le richieste del cliente o comunicare con i colleghi non tecnici, la sua efficacia sarà inevitabilmente limitata.

È proprio nell’equilibrio tra competenze tecniche e umane che si gioca la vera professionalità e insostituibilità.

L’importanza delle relazioni umane sul lavoro

In questo scenario, diventa evidente quanto i rapporti umani siano centrali all’interno dei luoghi di lavoro.

Coltivare relazioni di fiducia, amicizia e rispetto reciproco non è solo una questione di benessere personale, ma anche di produttività.

Un ambiente in cui si lavora con serenità, in cui ci si sente ascoltati e valorizzati, è un ambiente che stimola la collaborazione, l’innovazione e la motivazione.

Le aziende che investono nella costruzione di relazioni sane al loro interno non solo trattengono i talenti più a lungo, riducendo il turnover, ma attraggono anche nuovi professionisti che cercano non solo un impiego, ma un contesto in cui poter crescere.

Il ruolo del Welfare Aziendale nello sviluppo delle competenze

A supportare questo sviluppo interviene il Welfare Aziendale, sempre più orientato a offrire strumenti che favoriscano la crescita professionale e personale dei dipendenti.

Non si tratta solo di benefit economici, ma di vere e proprie iniziative formative e culturali e di cultura aziendale.

Molte aziende, ad esempio, finanziano corsi di aggiornamento tecnico, abbonamenti a piattaforme di e-learning o la partecipazione a conferenze di settore.

Allo stesso tempo, promuovono percorsi di coaching, attività di team building o momenti di confronto dedicati allo sviluppo delle Soft Skills.

Questo tipo di Welfare rappresenta un investimento strategico: migliora la qualità del lavoro, aumenta il senso di appartenenza e rende le persone più preparate ad affrontare le sfide quotidiane.

Questi programmi contribuiscono a migliorare il clima organizzativo, favorendo la collaborazione e la motivazione. Investire sulle Soft Skills significa anche aumentare la capacità di adattamento e resilienza nei contesti lavorativi in evoluzione. Il Welfare così concepito diventa un potente strumento di retention e valorizzazione del capitale umano.

Esempi concreti di fringe benefit orientati alle competenze

All’interno del più ampio spettro del Welfare Aziendale, che raccoglie in sé un più ampio spettro di iniziative e servizi volti a migliorare il benessere generale del dipendente e della sua famiglia, sia sul piano personale che professionale, i fringe benefit rappresentano i beni o servizi forniti ai dipendenti in aggiunta alla retribuzione, e spesso legati alla funzione lavorativa (es: auto aziendale, telefono, buoni pasto).

Tra i fringe benefit più efficaci per quanto riguarda le Skills, di cui detto finora. troviamo quindi quelli in grado di stimolare un apprendimento continuo, come abbonamenti a corsi online, borse di studio per master, accesso a biblioteche digitali e molto altro.

Allo stesso tempo, workshop esperienziali, laboratori di comunicazione o percorsi di leadership rappresentano occasioni preziose per sviluppare o migliorare anche delle competenze trasversali.

Alcune aziende decidono di offrire anche sessioni di mindfulness o sport aziendali, per favorire il benessere psico-fisico e una sana gestione dello stress, entrambi elementi chiave nella costruzione di una buona intelligenza emotiva.

Leggi anche gli articoli dedicati a Wellbeing e Work Life Balance per approfondire.

Lavoro del futuro: umano, flessibile e interconnesso

Guardando al futuro, il lavoro si prevede che possa divenire sempre più ibrido e orientato all’innovazione.

Sarà quindi necessaria, da parte dei professionisti, una continua capacità di apprendimento, per reinventarsi e collaborare in modo fluido anche a distanza.

Le competenze tecniche continueranno ad avere un ruolo centrale ovviamente, ma saranno le competenze umane a fare davvero la differenza.

Chi saprà coniugare preparazione tecnica con ascolto, empatia, capacità decisionale e pensiero critico, avrà un vantaggio reale e duraturo.

Il contributo dei PCTO nella formazione dei giovani

Un importante strumento in questa direzione sono i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), che consentono agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro già durante il percorso scolastico.

Queste esperienze favoriscono la maturazione personale, stimolano il senso di responsabilità e aiutano i giovani a scoprire le proprie attitudini, orientandoli in modo più consapevole verso il proprio futuro lavorativo.

I PCTO sono un esempio concreto di come scuola e impresa possano collaborare per formare cittadini e lavoratori più preparati, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano.

Le soft skills secondo l’OMS

A riprova del valore delle competenze trasversali, è interessante notare che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce il valore delle Soft Skills, definendole “life skills”, cioè competenze fondamentali per il benessere personale e sociale.

Tra le più importanti vengono citate la comunicazione efficace, la capacità di prendere decisioni, la gestione dello stress e l’empatia: tutte abilità che non solo migliorano la vita individuale, ma si rivelano preziose anche all’interno delle organizzazioni e in ambito aziendale.

In definitiva insomma, il futuro del lavoro non si giocherà solo sul terreno delle conoscenze tecniche, ma anche — e soprattutto — su quello delle relazioni umane, dell’empatia e della capacità di affrontare il cambiamento con intelligenza e flessibilità. Investire in hard e soft skills, oggi più che mai, significa costruire una carriera solida, significativa e allineata alle nuove esigenze del mercato.


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