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22 Aprile 2025

Stress lavoro correlato: c’è bisogno di più benessere in azienda!

“Lo stress può toglierci il sonno e farci ammalare, ma in alcuni casi può anche aiutarci ad affrontare le sfide e le minacce. È possibile trovare un equilibrio?”

In un mondo sempre più frenetico, in cui le scale dei valori hanno subito un cambio di paradigma, lo stress non è più solo identificabile come “una sensazione diffusa”, ma è anche una realtà biologica e sociale che permea ormai quasi inevitabilmente la nostra vita (soprattutto lavorativa, ma non solo).

Secondo i dati Censis il 25% dei lavoratori dipendenti ha vissuto spesso situazioni di stress o ansia legate al lavoro, 24,3% non è riuscito spesso a bilanciare come avrebbe voluto vita lavorativa e vita privata, il 24% sente spesso troppa pressione addosso quando lavora.

Ma davvero lo stress è sempre un problema da eliminare? E perché è così difficile sbarazzarsene e gestire correttamente le tensioni?

Negli ultimi anni ci si è resi conto che la verità sia piuttosto sfumata al riguardo: lo stress può anche avere infatti degli risvolti positivi sulla nostra vita, rendendoci più performanti e concentrati, ma - se cronicizzato - non può che divenire tossico.

Ecco perché oggi più che mai è urgente parlare del ruolo del lavoro in tal senso e investire sul benessere aziendale.

Proviamo ad approfondire meglio il tema, grazie anche all’articolo che ci è capitato di leggere su Internazionale, dal titolo “A cosa serve lo stress”...

Il ruolo positivo dello stress

Nonostante la sua cattiva fama, lo stress può anche avere un ruolo sorprendentemente utile.

Lo ha dimostrato Clemens Kirschbaum, uno dei massimi esperti tedeschi sul tema, attraverso il famoso Trier Social Stress Test (TSST).

L’esperimento dimostra come la nostra reazione istintiva a situazioni di pressione controllata si traduca in un aumento del cortisolo, ormone in grado di renderci più attenti, energici e pronti all’azione.

È il tipo di attivazione che ci permette di affrontare presentazioni importanti, gestire le emergenze o portare a termine compiti complessi.

In queste circostanze, lo stress non ci indebolisce, anzi: ci prepara ad agire.

Il cortisolo però - come vedremo meglio più avanti - non è solamente un ormone benefico per l’organismo.

Un organismo stressato va infatti “immaginato come un elastico in tensione, che con il tempo cede” (Clemens Kirschbaum)

Lo stress cronico

Quando lo stress diventa cronico la situazione cambia radicalmente.

Invece di rappresentare l'input per una reazione “risolutiva” utile o per uno stato d’allerta temporaneo, l’ansia si trasforma in un fattore di rischio per la salute fisica e mentale.

Livelli elevati di cortisolo prolungati nel tempo possono compromettere il sistema immunitario, aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e danneggiare aree del cervello come l’ippocampo, essenziale per la memoria.

I casi di burnout non sono altro che un esempio delle conseguenze di un drastico calo dei livelli di cortisolo, a seguito di un picco elevato: come un elastico appunto, che si spezza dopo essere stato teso troppo a lungo.

È in questo momento che il corpo, semplicemente, si arrende allo stress, concedendogli di vincere la partita!

Facendo però un passo indietro, le fonti di questo stato d’ansia costante non sono obbligatoriamente legate unicamente all’ambito lavorativo, ma è innegabile che esso svolga un ruolo importante in tal senso…

Lo stress lavoro correlato

Un tempo il lavoro era visto come un semplice scambio (l’offerta di un impegno in cambio di un compenso), gli era attribuito un fine ultimo (una retribuzione necessaria per altri scopi) probabilmente anche in modo più semplicistico, ma in fin dei conti funzionale.

Oggi il lavoro viene spesso sobbarcato di aspettative esistenziali.

Il nostro impiego deve davvero necessariamente darci un senso, realizzare la nostra identità e renderci felici?

Forse è anche questo - come dice la psicologa Johanna Zabell nell’articolo tradotto su Internazionale - a rendere più complesso tollerare aspetti frustranti, causa di uno stress pervasivo.

Nonostante non sia certo semplice (né talvolta possibile) essere sempre felici e rilassati, siamo però sicuri di voler dare per assodato che il lavoro possa lecitamente essere una fonte inevitabile di stress?

Alla fine dell’ottocento la nevrastenia era quasi considerata chic, sinonimo di sensibilità d’animo e istruzione, ma ancora oggi talvolta “ammazzarsi di lavoro” ed essere stacanovisti a qualcuno purtroppo sembra motivo di vanto e orgoglio.

Come ci insegna la chiave biologica della risposta allo stress, ossia il cortisolo: il segreto è l’equilibrio, o - nel nostro caso specifico - il work-life-balance.

Senza cortisolo, non ci lanciamo nelle sfide; ma con troppo cortisolo finiamo ugualmente per arrenderci, non essendo più in grado di affrontarle.

L’importanza del supporto affettivo

Una delle strategie più efficaci per gestire lo stress è sorprendentemente semplice: ricevere supporto affettivo.

Non a caso, l’importanza della socialità e delle relazioni interpersonali sul luogo lavoro è evidente e anche il Welfare Aziendale deve giocare a suo favore.

Studi sempre basati sul Trier Social Stress Test hanno rivelato che chi riceve incoraggiamento da un partner o un amico, prima di affrontare una situazione stressante, presenta livelli di cortisolo significativamente più bassi.

Se nel proprio contesto lavorativo non ci si sente ascoltati, supportati e valorizzati il social support può fungere da protezione emotiva e può fare la differenza tra un’energia produttiva e uno stress distruttivo.

Nonostante l’innegabile valore del sostegno dei colleghi però il problema va ben oltre e necessita ovviamente di essere risolto alla base, eliminando alla radice le fonti di stress e frustrazione in azienda!

La creazione di un futuro lavorativamente più “rilassato”

L’idea che lo stress sia un simbolo di successo sta lentamente abbandonando l’immaginario dei lavoratori.

Nonostante sia stato considerato uno status symbol in passato, ci stiamo rapidamente rendendo conto che il vero “vanto” è piuttosto quello del relax.

Il rilassamento è innegabilmente il nuovo lusso, che non deve però rimanere tangibile solamente dai più abbienti.

Le aziende devono quindi investire sempre di più in pratiche di benessere, anche supportando la cultura del “less but better” (meno carico, più qualità) secondo cui lavorare meglio non significa obbligatoriamente lavorare di più.

Il benessere organizzativo e dell’azienda

L’azienda - come è emerso anche dall’VIII Rapporto Censis-Eudaimon - deve diventare un vero e proprio Hub del Benessere.

Il benessere lavorativo non è però unicamente una questione individuale, bensì una responsabilità organizzativa.

Aziende come quella di Jan-Philipp Martini dimostrano che l’approccio scientifico allo stress può generare cultura, prevenzione e performance. Dopo un periodo di forte stress che lo porterà a problemi di salute, Martini decide di mettersi in gioco con la medicina: misura lo stress biologico dei dipendenti attraverso test su saliva, capelli e battito cardiaco, offrendo soluzioni personalizzate con la sua azienda Sapiens.

Il suo messaggio è chiaro: non conta chi sopporta di più, ma chi sa rigenerarsi meglio.

A prescindere dall’approccio dell’ex consulente, diventato poi imprenditore del benessere, promuovere un ambiente di lavoro sano con pause, flessibilità, supporto emotivo e spazi per il recupero, non dev’essere un lusso né un pregio, ma un investimento strategico.

I nuovi obiettivi del Welfare Aziendale sono oggi imprescindibili dal benessere psico-fisico dei dipendenti.

Il rapporto osmotico tra lavoro e vita privata deve essere al centro dell’interesse anche dell’imprenditore, per far crescere in modo sano e costante un’impresa di successo.

Non si tratta “solamente” di Employer branding, per attrarre o trattenere talenti, e ridurre il dannoso turnover del personale o prevenire la disaffezione al lavoro, ma di promuovere un concetto più ampio di wellbeing, utile sia al dipendente che al profitto.

Mettere le persone al centro è ciò che fa la differenza, personalizzando i benefit offerti in base alle singole necessità e supportando i dipendenti nelle scelte più difficili, cercando di rendere più semplice la loro vita, sia sul luogo di lavoro che a casa!


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