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27 Settembre 2024

Welfare e spese scolastiche: come i dipendenti con figli possono detrarre le spese per l’istruzione

Il ruolo del Welfare Aziendale relativamente alle spese scolastiche è una delle tematiche più richieste oggi tra gli adulti in età genitoriale (con figli in età scolare) e quindi con un'età compresa - in media - tra i 40 e i 50 anni.

Con il crescente costo dell'istruzione, molte famiglie cercano infatti modi per ridurre il carico economico, utilizzando benefici fiscali, come quelli offerti dal Welfare Aziendale.

Vediamo quindi quali sono effettivamente le spese scolastiche detraibili o rimborsabili tramite Welfare per i dipendenti con figli a carico e cosa dice la normativa fiscale a riguardo.

Le spese per l’istruzione sono detraibili o rimborsabili con il Welfare?

Quando parliamo di spese scolastiche in relazione al Welfare Aziendale, è importante fare una distinzione tra detrazioni fiscali e rimborsi.

Le detrazioni sono benefici fiscali riconosciuti dallo Stato, che permettono di abbassare il reddito imponibile attraverso il recupero di una percentuale delle spese sostenute.

Ciò in cui il Welfare Aziendale può svolgere un ruolo cruciale sono, invece, i rimborsi diretti di alcune spese, compresi i costi legati all'istruzione dei figli.

Quali sono le spese scolastiche rimborsabili con il Welfare Aziendale e quali invece no? Tutte le aree coperte

Secondo la normativa fiscale italiana, le spese scolastiche sostenute per la frequenza di scuole dell'infanzia, scuole primarie, scuole secondarie di primo e secondo grado sono detraibili al 19%, fino a un massimo di 800 euro per ciascun figlio.

Come vedremo meglio in seguito, tale detrazione può essere richiesta nella dichiarazione dei redditi, mediante il modello 730 o Redditi PF, oppure usufruendo dei benefit del piano di Welfare, se previsto dall’azienda.

La gamma di spese scolastiche rimborsabili tramite il Welfare Aziendale varia ovviamente in base al tipo di piano offerto dall'azienda.

Tuttavia, ci sono delle linee guida generali che aiutano a distinguere quali spese possono essere coperte e quali no.

Le spese per l’istruzione detraibili includono:

  • Retta scolastica
  • Tasse scolastiche, come rette d’iscrizione e frequenza
  • Contributi obbligatori, richiesti dagli istituti scolastici per servizi aggiuntivi
  • Contributi volontari e pagamenti a titolo di donazioni, richieste dalle scuole, ma che restano nei limiti stabiliti dalle norme
  • Campus
  • Libri di testo e materiale scolastico
  • Frequenza di asili e asili nido, scuole dell'infanzia, scuole primarie e secondarie
  • Doposcuola
  • Baby sitter
  • Supporto allo studio
  • Mensa scolastica
  • Attività extracurricolari
  • Istruzione universitaria e la specializzazioni post laurea
  • In alcuni casi, corsi di lingua o altre attività formative o sportive legate alla scuola
  • Gite scolastiche

Non rientrano invece nelle detrazioni le spese per cancelleria, abbigliamento scolastico, libri e materiale didattico, dispositivi tecnologici (come computer o tablet) e/o lezioni private.

Sta poi ovviamente alla singola azienda la libertà di stabilire specifiche condizioni e/o ampliare il ventaglio di spese coperte; per questo è fondamentale che i dipendenti verifichino sempre le condizioni offerte dal proprio piano Welfare.

Il Welfare Aziendale si propone quindi come una forma concreta di supporto della genitorialità, pensato per la famiglia a 360° e non solo dal punto di vista monetario.

Un’occasione in più per favorire il well being, un corretto work life balance e l’inclusività in azienda.

Già molte imprese italiane offrono ai propri collaboratori piani di Welfare, che includono la possibilità per i genitori di ottenere il rimborso di una parte delle spese scolastiche sostenute per l’istruzione dei figli a carico, tramite piattaforme dedicate o attraverso l’azienda stessa, senza dover attendere la dichiarazione dei redditi.

Cosa dice la normativa fiscale per il rimborso delle spese d’istruzione e qual è il ruolo del Welfare?

La normativa fiscale italiana prevede diverse agevolazioni per le famiglie, tra cui la possibilità di detrarre alcune spese scolastiche nella dichiarazione dei redditi.

Tuttavia, il Welfare Aziendale offre un vantaggio ulteriore, permettendo ai collaboratori di ottenere un rimborso immediato per alcune spese legate all’istruzione, con vantaggi sia per il dipendente che per l’azienda.

Il Welfare Aziendale è regolato da specifiche disposizioni, previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che consente alle aziende di offrire servizi o rimborsi esenti da tassazione.

Le spese scolastiche rimborsate attraverso il Welfare non concorrono infatti alla formazione del reddito imponibile del lavoratore, offrendo così un notevole vantaggio fiscale.

Spese scolastiche & Welfare: limiti e massimali di esenzione

È importante ricordare che, anche nel caso dei rimborsi ottenuti tramite Welfare Aziendale, esistono però limiti e massimali da rispettare, che possono essere stabiliti dalle imprese su base annuale o a seconda delle caratteristiche del singolo piano di Welfare offerto.

Per quanto riguarda le detrazioni fiscali, come accennato in precedenza, il limite massimo di spesa detraibile per figlio è attualmente fissato a 800 €/anno, ma può essere soggetto a continue variazioni, quindi è consigliabile controllare ogni anno eventuali aggiornamenti normativi.

Tutti possono beneficiare del rimborso delle spese scolastiche sfruttando il Welfare Aziendale?

Il rimborso delle spese scolastiche tramite il Welfare Aziendale è ovviamente riservato ai dipendenti che lavorano per aziende che offrono questo tipo di benefit.

In tal caso, possono beneficiare del rimborso tutti i dipendenti con figli a carico, che frequentano scuole dell'infanzia, scuole primarie, secondarie e, in alcuni casi, l’università.

Le condizioni per accedere ai rimborsi possono variare, ma generalmente è sufficiente presentare la documentazione relativa alle spese sostenute (es. fatture o ricevute di pagamento) per ottenere il rimborso, entro i limiti stabiliti dal piano Welfare.

Il Welfare Aziendale per la scuola: solo rimborso o anche bonus acquisto?

Il Welfare Aziendale può essere utilizzato sia per il rimborso delle spese scolastiche già sostenute, che per l'acquisto diretto di servizi educativi tramite le piattaforme convenzionate.

Alcune aziende possono infatti offrire la possibilità di accedere a voucher o buoni acquisto per servizi scolastici o formativi, che i dipendenti possono utilizzare per pagare direttamente le rette scolastiche o altri servizi collegati.

Questa soluzione permette ai lavoratori di risparmiare sui costi didattici senza dover anticipare le spese, rappresentando un'ulteriore agevolazione.

Dichiarazione dei redditi e 730: come comportarsi per le spese didattiche detraibili col Welfare?

Le spese scolastiche rimborsate tramite il Welfare Aziendale, non possono essere detratte nuovamente nella dichiarazione dei redditi.

Il rimborso ottenuto tramite il Welfare Aziendale non può infatti essere cumulato con le detrazioni fiscali previste dallo Stato.

Pertanto, il dipendente dovrà scegliere se sfruttare o meno il Welfare Aziendale, per ottenere il rimborso, o se detrarre le spese scolastiche in un secondo momento, all’interno della dichiarazione dei redditi.

È quindi fondamentale tenere traccia delle spese già rimborsate per evitare di commettere errori in fase di compilazione del modello 730.

Il Welfare Aziendale rappresenta una risorsa preziosa per tutti i collaboratori con figli, permettendo di ottenere rimborsi per la maggior parte delle spese didattiche, che altrimenti graverebbero interamente sul bilancio familiare.

Sebbene vi siano limiti e massimali da rispettare, la corretta combinazione tra Welfare e agevolazioni fiscali può offrire alle famiglie un valido supporto per gestire i costi legati all'istruzione.


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