La settimana lavorativa di 4 giorni, o "settimana lavorativa compressa", è diventata un argomento di sempre maggior interesse negli ultimi anni, in risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo al benessere dei dipendenti, alla produttività e all'impatto ambientale.
Tuttavia, l’adozione e diffusione della settimana lavorativa di 4 giorni varia attualmente da paese a paese e da settore a settore e solamente alcune delle aziende più lungimiranti stanno già sperimentando l’iniziativa.
Capiamo quindi meglio di cosa si tratta, cosa vuol dire lavorare solo 4 giorni alla settimana, cosa comporterebbe nella pratica e quali potrebbero essere i vantaggi per il dipendente e per l’azienda.
Settimana lavorativa di 4 giorni: esempi dal mondo
Ecco alcuni esempi concreti, per fornire una panoramica riguardo all’adozione della settimana lavorativa di 4 giorni nel Mondo.
- Settimana lavorativa di 4 giorni in Europa
Alcune aziende europee - ad esempio in Svezia, Scozia e Finlandia - hanno già sperimentato la settimana lavorativa di 4 giorni con risultati positivi, in termini di soddisfazione dei dipendenti e produttività. Anche altri governi europei stanno comunque già considerando politiche che incoraggino o supportino orari di lavoro più flessibili.
- Settimana lavorativa di 4 giorni in Nuova Zelanda
In Nuova Zelanda, l'azienda di gestione del patrimonio Perpetual Guardian aveva sperimentato una settimana lavorativa di 4 giorni già nel 2018, riportando notevoli benefici significativi per i dipendenti, tra cui un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata.
- Settimana lavorativa di 4 giorni in Giappone
Anche il Giappone, paese noto per le sue lunghe giornate lavorative, ci sono stati alcuni esperimenti per adottare una settimana lavorativa più breve. Ad esempio, la società di marketing giapponese Pasona Group ha implementato una settimana lavorativa di 4 giorni per alcuni dipendenti, riportando un conseguente aumento della produttività.
- Settimana lavorativa di 4 giorni negli Stati Uniti
Seppur la cultura del lavoro negli Stati Uniti abbia spesso la nomea di essere orientata in senso opposto, anche qui ci sono state alcune iniziative sperimentali a livello aziendale, che hanno messo in atto modelli di lavoro più flessibili, compresa la settimana lavorativa di 4 giorni. Tuttavia, in USA tale formula non è ancora ampiamente adottata come in altre parti del mondo.
- Settimana lavorativa di 4 giorni in Islanda
Recentemente, l'Islanda ha attirato l'attenzione internazionale per aver condotto un esperimento sulla settimana lavorativa di 4 giorni. Questo esperimento, chiamato "Reykjavik Experiment", è stato condotto tra il 2015 e il 2019 in collaborazione tra il governo islandese e sindacati, coinvolgendo migliaia di lavoratori in diverse aziende e organizzazioni.
I risultati preliminari di questo esperimento hanno indicato che una settimana lavorativa più breve può portare a miglioramenti significativi sullo stato di benessere dei dipendenti, inclusa una maggiore soddisfazione lavorativa, un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata e una riduzione dello stress.
Inoltre, non sembrava esserci alcun impatto negativo sulla produttività o sulla redditività delle aziende coinvolte.
Questo esperimento è stato ampiamente considerato un successo e ha suscitato interesse in tutto il mondo, in quanto l'esperimento islandese ha dimostrato che una settimana lavorativa più breve non solo può essere fattibile, ma è anche più vantaggiosa per tutte le parti coinvolte.
In generale quindi, mentre la settimana lavorativa di 4 giorni sta guadagnando terreno come una possibile soluzione per migliorare il benessere dei dipendenti e la produttività, la sua adozione su larga scala dipende da una combinazione di fattori culturali, normativi ed economici, differenti in ciascuna regione.
Ma cosa sta succedendo invece in Italia?
La Settimana lavorativa di 4 giorni in Italia
In Italia, la settimana lavorativa di 4 giorni non è ancora una pratica diffusa come in altri paesi; tuttavia, ci sono stati anche qui dibattiti e discussioni sull'argomento.
Alcune aziende italiane, specialmente quelle nel settore tecnologico e delle startup, stanno adottando modelli di lavoro più flessibili, inclusa la settimana lavorativa breve, come parte di iniziative per migliorare l'ambiente lavorativo e attirare talenti.
Ad oggi già Intesa Sanpaolo, Luxottica, Sace e Lamborghini stanno introducendo la settimana lavorativa da quattro giorni.
Tuttavia, ci sono anche ostacoli da superare, tra cui la cultura lavorativa tradizionale, le leggi sul lavoro e le normative sindacali, che possono rendere più complessa l'implementazione di orari di lavoro più flessibili.
In sintesi, mentre ci sono i primi segnali di interesse verso la settimana lavorativa di 4 giorni in Italia, la sua adozione su larga scala potrebbe ancora richiedere tempo e una combinazione di cambiamenti culturali, legislativi ed economici, ma cerchiamo ogni giorno di fare un passo avanti.
I vantaggi della settimana lavorativa di 4 giorni per il benessere del lavoratore e per incrementare la produttività aziendale
Durante alcuni test sperimentali, sono stati monitorati i parametri vitali di 400 persone, nell’arco di più di un anno (13 mesi) e 24 ore su 24.
In questo lasso di tempo, è stato chiesto per fini statistici ai soggetti in esame di prendere 2/3 periodi di ferie dal lavoro, di circa 12 giorni ciascuno, ed è stato quindi monitorato il loro stato di benessere e di produttività al rientro da essi.
I risultati raccolti durante il periodo di ferie sono facilmente riassumibili con:
- un incremento dell’attività fisica, innegabilmente strettamente correlata alla salute psico-fisica degli individui;
- una diminuzione del tempo trascorso seduti;
- un incremento delle ore e della qualità del sonno.
Per quanto riguarda però gli effetti sul lavoro, non riducibili una prevedibile diminuzione dello stress, sono stati effettuati ulteriori test, analizzando più aziende UK, e si è dimostrato che, al rientro dalle ferie i soggetti in esame erano anche molto più produttivi ed efficienti.
Scozia, Galles, Germania, Canada, Spagna, Islanda e Giappone sono oggi decisamente dei pionieri in tal senso, così come anche alcuni colossi mondiali come Microsoft, Unilever e altre grandi multinazionali, ma forse presto non saranno i soli.
Stesso salario, meno ore di lavoro e più produttività: ma come è possibile?
Non sembra “realizzabile”, invece è così: le soluzioni adottate dalle singole aziende variano ovviamente in base alle dinamiche interne, al settore specifico, alle dimensioni, al numero dei dipendenti e alla mole di lavoro mensile.
In alcuni casi - ad esempio - sono state aumentate le ore di lavoro giornaliere, distribuendo parte delle ore di lavoro “perse” sui restanti 4 giorni.
I vantaggi pratici della settimana lavorativa di 4 giorni però non si esauriscono qui:
- le aziende risparmiano su luce e riscaldamento.
- Si riduce l’impatto ambientale.
- Aumenta il tempo libero per i dipendenti, riducendo così lo stress, il burnout e il numero di giorni di malattia.
- Il dipendente risparmia sui mezzi di trasporto.
- Si incrementa la produttività.
Come abbiamo già detto qui, anche lo smart working contribuisce notevolmente in tal senso; la combinazione di questi due elementi potrebbe quindi sicuramente rappresentare una svolta significativa per l’ambiente e per un nuovo approccio - più sano e produttivo - al mondo del lavoro.
Risulta però subito evidente come adottare o meno la settimana lavorativa compressa dovrebbe essere una scelta complessiva e non solo del singolo, per poter dare i suoi frutti e garantire la sua massima efficienza dal punto di vista organizzativo.
Esistono dei contro?
Ad oggi non è stato notato alcun impatto negativo della settimana lavorativa di quattro giorni, né dal punto di vista economico né produttivo o qualitativo. Come dicevamo però, la buona riuscita dell’iniziativa può variare notevolmente da settore a settore e dipende anche dalle mansioni dei lavoratori (per gli impiegati con lavoro d’ufficio, tale soluzione è solitamente più facilmente applicabile rispetto a lavori manuali).
Settimana lavorativa di 4 giorni e Welfare Aziendale
La settimana lavorativa di 4 giorni è spesso vista come parte integrante delle politiche di Welfare Aziendale, in quanto anch’essa mira a migliorare il benessere dei dipendenti, ma il Welfare è molto più di questo.
Il Welfare Aziendale comprende da sempre una serie di iniziative, programmi e benefici, forniti dall'azienda per migliorare la qualità della vita dei dipendenti.
La settimana lavorativa di 4 giorni può essere considerata una di esse; le due strade corrono in parallelo, ma il Welfare non si esaurisce solo a questo aspetto!
Ecco alcuni esempi di ciò che il Welfare Aziendale può aggiungere alla settimana lavorativa di 4 giorni:
- formazione e sviluppo professionale, incrementando così le competenze lavorative dei dipendenti, velocizzando e ottimizzando il lavoro.
- Orari di lavoro flessibili.
- Sostegno alla famiglia, ai giovani e agli anziani.
- Fringe benefit specifici.
- Assicurazione sanitaria.
- Programmi di gestione dello stress e del benessere o sostegno psicologico.
- Risposte concrete e supporto nelle scelte quotidiane, con Euty.
- Green economy, a supporto della sostenibilità.
- Voucher in ambito turistico, sportivo, culturale e tempo libero.
Come sappiamo il termine stesso "welfare" deriva dalla parola inglese "well-being", ossia “benessere”, quindi il Welfare Aziendale non può che condividere a pieno gli ideali di coloro che si stanno muovendo verso la settimana lavorativa di 4 giorni.