Il concetto di Welfare State, o stato sociale, rappresenta un pilastro fondamentale nella struttura delle moderne democrazie occidentali.
Attraverso politiche mirate a garantire il benessere dei cittadini, il Welfare State ha infatti influenzato lo sviluppo sociale ed economico di numerosi paesi.
Capiamo meglio come e perchè…
Definizione di Welfare State
Il termine “Welfare State” si riferisce a un sistema di governance in cui lo Stato si assume la responsabilità di garantire la sicurezza economica e il benessere dei cittadini, attraverso una serie di politiche sociali.
L'obiettivo principale del Welfare State è infatti quello di ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche, fornendo ai cittadini un livello minimo di sicurezza e stabilità.
Per fare ciò, è necessaria una redistribuzione delle risorse, finanziata da un sistema di tassazione progressiva.
Tra gli elementi fondamentali del Welfare State troviamo:
- assistenza sanitaria
Accesso gratuito o a basso costo ai servizi medici e ospedalieri.
- Istruzione pubblica
Sistema educativo accessibile a tutti, spesso finanziato dallo Stato.
- Previdenza sociale
Pensioni, sussidi di disoccupazione, e altre forme di supporto economico.
- Assistenza Sociale
Supporto per le famiglie a basso reddito e per le persone con disabilità.
Ma per capire meglio cos’è il Welfare State e come influisce e ha influito sulla nostra attuale vita quotidiana, facciamo un passo indietro: come e quando nasce tutto ciò?
Storia e origini del Welfare State
Le radici del Welfare State affondano nell'Europa del XIX secolo, in risposta ai cambiamenti sociali ed economici causati dalla Rivoluzione Industriale.
Le crescenti disuguaglianze e le complesse condizioni di lavoro hanno infatti pian piano spinto i governi a intervenire, per migliorare la qualità della vita dei lavoratori.
🇩🇪 La Germania è spesso considerata il pioniere del Welfare State moderno, in quanto, già negli anni '80 del XIX secolo, il Cancelliere Otto von Bismarck introdusse una serie di riforme sociali, includenti assicurazioni contro le malattie, infortuni sul lavoro e pensioni di vecchiaia.
Tali misure vennero implementate non solo per migliorare la vita dei lavoratori, ma anche per stabilizzare il paese e prevenire l'insorgere di movimenti rivoluzionari.
Durante il XX secolo, il concetto di Welfare State si diffuse però a macchia d’olio anche in altri paesi e, specialmente dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti governi riconobbero l'evidente importanza di un sistema di protezione sociale robusto, come mezzo per promuovere la coesione sociale e il progresso economico.
🇬🇧 Parlando di Welfare State però il modello più noto è oggi certamente quello Britannico: nel 1942 il rapporto Beveridge nel Regno Unito delineò i principi fondamentali di un Welfare State comprensivo.
William Beveridge, economista e riformatore sociale, identificò i cosiddetti 5 "grandi mali" della società (povertà, malattia, ignoranza, miseria e disoccupazione) e per combatterli propose un sistema universale di sicurezza sociale, finanziato da contributi statali, che garantisse a tutti i cittadini un minimo di benessere economico.
🇺🇸 Al di là dell’oceano, negli Stati Uniti, il Welfare State assume invece una forma diversa, in gran parte sviluppata attraverso il New Deal di Franklin D. Roosevelt negli anni '30.
Programmi come la Social Security Act e l'introduzione di sussidi per la disoccupazione furono passi cruciali verso la costruzione di un sistema di Welfare statunitense.
E in Italia invece?
Welfare State e politiche sociali in Italia
In Italia, il concetto di Stato Sociale ha una storia complessa, influenzata dalle dinamiche politiche, economiche e sociali del paese.
Il Welfare State italiano si è infatti evoluto in più fasi, dettate dalle sempre nuove sfide economiche e politiche.
La storia del Welfare State in Italia inizia nel tardo XIX secolo, durante il periodo della monarchia, con l'introduzione delle prime leggi sociali volte a migliorare le condizioni dei lavoratori, ma è con la nascita della Repubblica nel 1946 che il concetto di Welfare State inizia davvero a prendere forma.
La Costituzione Italiana sancisce nel 1948 il principio di solidarietà sociale, riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini al lavoro, alla salute, e all'istruzione, e potremmo dire che tali principi costituiranno da qui in poi la base legale per consentire lo sviluppo del Welfare State italiano.
Negli anni '50 e '60, periodo del cosiddetto “boom economico”, che portò a un'espansione delle politiche sociali, vennero quindi istituiti nuovi programmi di previdenza sociale e migliorati quelli esistenti.
Insomma, il Welfare State rappresenta una componente fondamentale del progresso sociale ed economico di ogni nazione, e il futuro del Welfare State dipende dalla capacità dei singoli governi di rispondere efficacemente ai cambiamenti demografici, economici e sociali, assicurando che il principio di solidarietà rimanga al centro dell'agenda politica.
Welfare State & Welfare Aziendale
Cos’hanno quindi in comune Welfare State e Welfare Aziendale?
I concetti di Welfare State e Welfare Aziendale sono spesso discussi nel contesto delle politiche sociali e delle pratiche aziendali, ma sebbene agiscano in modi e contesti molto diversi, entrambi hanno l'obiettivo di migliorare il benessere degli individui.
Come abbiamo visto finora infatti, tra i pilastri fondamentali per il raggiungimento di uno stato di benessere, il Welfare State mette al primo posto i diritti dei lavoratori e il loro livello di salute psico-fisica.
Come abbiamo già detto parlando di wellbeing e work-life balance, sia il lavoratore che l’azienda traggono notevoli benefici dall’attuazione di un piano di Welfare Aziendale e - conseguentemente e inevitabilmente - anche la società in sé ne trae beneficio a lungo termine.
Come evidenziato anche dal 7° Rapporto Censis-Eudaimon, infatti, il futuro del Welfare Aziendale è oggi sempre più attuato nell’ottica di contribuire al benessere psicofisico di tutti i lavoratori, con un approccio attivo, fatto di benefit e di servizi utili per risolvere le criticità, che rendono le vite concitate, difficili e pesanti, consentendogli in parallelo di avere così più tempo libero e orari più flessibili.