Ce lo chiedevano spesso quando eravamo bambini, non è vero? Quando eravamo spensierati e sognavamo che cosa il destino avesse in serbo per noi e per il nostro futuro.
Ognuno di noi trova degli ostacoli lungo il proprio cammino. Riuscire a superarli grazie anche ad un sostegno esterno messo a disposizione proprio per noi, crea sicuramente valore.
La felicità sul posto di lavoro, dunque, esiste.
Quanto era più semplice desiderare di essere qualcun altro quando eravamo bambini? Volevi diventare astronauta, pilota, esploratore ed ecco che in un attimo ti trasformavi in ciò che desideravi. Non c’erano ostacoli che bloccassero l’immaginazione, nulla che impedisse di continuare a fantasticare nei pomeriggi spensierati di giochi sotto il sole.
Non conoscevamo fino in fondo gli imprevisti e i sacrifici che, qualche anno dopo, ci avrebbero accompagnati ad esplorare la realtà degli adulti. Per i bambini il mondo è semplificato e i desideri sono a portata di mano, il desiderio di avere il lavoro dei sogni è dettato da ciò che li rende felici.
Il concetto di “puoi diventare quello che vuoi” visto con gli occhi di oggi risulta indiscutibilmente diverso.
Crescendo modifichiamo i nostri obiettivi, puntiamo sempre più in alto, prendiamo piena consapevolezza della realtà dalle esperienze che ci scorrono addosso.
Cosa significa?
Crescendo puntiamo maggiormente ai risultati e non più ad essere felici.
Il mondo di oggi si muove rapido, ognuno di noi prova a fare del proprio meglio per sopravvivere e gestire gli impegni. O forse siamo arrivati al punto che il senso stesso di questa giornata si è modificato?
Cerchiamo di stare al passo con i tempi, crediamo che le indicazioni che ci vengono date siano per noi i più corretti segnali luminosi sul nostro oscuro percorso, solo così giungeremo all’obiettivo.
E quale sarebbe questo obiettivo?
Studiare, partendo dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare all’Università, non penserai per caso di non laurearti? Finita la discussione della tesi tanto rincorsa e acclamata, quando ancora abbiamo in corpo l’adrenalina degli ultimi festeggiamenti, ecco che siamo pronti a metterci veramente in gioco nel mondo reale, quello del lavoro.
Nessuno però ci prepara davvero a questo momento, né nella teoria né nella pratica. Come facciamo a trovare un posto di lavoro capace di renderci veramente felici e spensierati?
Ma più di tutto, siamo sicuri che la nostra cultura concepisca il fatto di essere felici sul luogo di lavoro?
L’idea che il lavoro deve essere portatore di sacrifici e privazioni non dovrebbe più essere concepita. Le lotte avvenute nel passato sono state fondamentali verso la volontà di un cambiamento radicale e noi, oggi, non possiamo avere la presunzione di tornare troppo indietro.
Quando finiamo il nostro percorso di studi ecco che arriviamo al vero e proprio punto di partenza, da cui dobbiamo cominciare a costruirci una vita in autonomia: è il momento in cui cominciano le reali responsabilità.
Siamo pronti a lottare per raggiungere quello che vogliamo veramente?
Trovare un lavoro oggi non è facile.
Purtroppo, la precarietà lavorativa influisce anche sulla nostra vita, siamo persone caratterizzate da rapporti precari, relazioni aperte, amicizie di convenienza. Dovremmo invece ricominciare a dare il giusto peso a ciò che ci circonda.
Parigi
20 luglio 1889
Cos’è successo?
La conquista delle 8 ore di una giornata lavorativa.
È stata una vera e propria affermazione internazionale dell’autonomia del lavoratore.
Il 1° maggio diventa dunque il simbolo di una ricorrenza davvero importante, vuole ricordare la lotta e il relativo progresso verso un diritto umano fondamentale.
La conquista da parte dei nostri trisnonni non è stata però senza difficoltà. I turni di lavoro che venivano svolti all’epoca si estendevano anche oltre le 16 ore, l’abitudine era quella, l’idea di vivere per lavorare era posta al centro.
Forse oggi non ce ne rendiamo del tutto conto, sembrano momenti molto lontani, occupazioni passate, attività quasi del tutto sfocate.
Come quando a scuola studiamo delle guerre avvenute non così tanti anni fa proprio nei luoghi in cui viviamo, nostro nonno potrebbe aver partecipato, ma non la riusciamo a comprendere fino in fondo. Non possiamo conoscerne le sensazioni di abbandono, la fame patita, il combattimento obbligato.
Solo quando chi l’ha vissuto in prima persona prova a vomitare fuori i suoi ricordi, un racconto di vita passata, allora riusciamo quasi a sentire quei brividi che ci disegnano la diversità rispetto al mondo ovattato in cui viviamo oggi.
Le lotte avvenute per la conquista di un diritto così importante hanno variato completamente la storia.
Oggi dovresti fermarti e porti questa domanda: sono diventato quello che sognavo da bambino?
Le strade, le idee, i pensieri possono variare grazie alle esperienze che facciamo ogni giorno. Ma la capacità di sorridere e di sentirsi realizzati nella propria vita conducono inevitabilmente alle stesse sensazioni di quando eravamo bambini e giocavamo a pallone nel cortile sotto casa usando due legnetti come porta.
Vuoi tornare ad avere cura di te stesso?
Lavorare essendo felici è possibile.
La risposta si può trovare all’interno dell’azienda in cui lavori, attraverso l’inserimento di servizi capaci di supportarti nella conciliazione della tua vita privata e professionale.
L’inserimento di un piano di welfare aziendale creato in maniera personalizzata, ovvero basato essenzialmente sulle esigenze di ogni lavoratore e della propria famiglia, deve essere visto con una valenza estremamente positiva.