Legge di bilancio 2025
14 Gennaio 2025

Legge di bilancio 2025: novità per il Welfare e i lavoratori

All’interno della Gazzetta Ufficiale n. 305 S.O. n. 43 del 31 dicembre 2024 è stata presentata la nuova Legge di Bilancio, ossia il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”.

La Manovra per il 2025 prevede diverse novità per lavoratori, imprese e famiglie, sia a livello fiscale, con la revisione degli scaglioni dell’IRPEF e del cuneo fiscale, che assistenziale, tramite percorsi di accompagnamento al lavoro, sostegno all’occupazione femminile e al trasferimento delle competenze.

Cerchiamo quindi di riassumere in modo chiaro cosa cambia dal 2025 per i lavoratori e come ciò può e deve incidere anche sulle scelte del Welfare Aziendale.

Legge di bilancio 2025

Tra i punti chiave della nuova Manovra per il 2025 si parla di Fringe Benefit, aliquote IRPEF, cuneo Fiscale, congedi, detrazioni, riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, tracciabilità delle spese, premi di produzione, lavoratori frontalieri, pubblico impiego, fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola, ispettorato Nazionale del Lavoro, personale medico, trattenimento in servizio, pensioni, sostegno per le donne e per le famiglie e sanità.

Analizziamo quindi nello specifico solo i principali argomenti d’interesse per i lavoratori e direttamente connessi con il mondo del lavoro.

Il futuro dei Fringe Benefit dopo la legge di bilancio 2025

Con la Manovra 2025, viene confermato anche per quest’anno un aumento della soglia d’esenzione per i Fringe Benefit.

Da un limite fissato di norma a 258,23 € annui, oggi i datori di lavoro possono erogare beni e servizi esentasse ai propri dipendenti per un controvalore fino a 1000 €.

La soglia si alza ulteriormente a 2000 € in caso di lavoratori con figli a carico.

I Fringe Benefit che rientrano in queste soglie non saranno imponibili né ai fini fiscali né a quelli contributivi e - qualora si sfori il tetto massimo previsto - il controvalore dei beni e servizi sarà assoggettato a tassazione con contribuzione per intero.

Legge di bilancio 2025: le novità per i neo-assunti

Una novità assoluta del 2025 sui Fringe Benefit riguarda i neo assunti.

Coloro che - a seguito di una nuova assunzione a tempo indeterminato - sposteranno la propria residenza di oltre 100 km rispetto a quella originaria, godranno di un limite di esenzione fiscale di 5000 € sulle somme erogate dal datore di lavoro inerenti al trasferimento, come ad esempio il rimborso delle spese di acquisto o manutenzione della casa.

Legge di bilancio 2025 e premi di produttività

La Legge bilancio 2025 ha anche confermato una riduzione al 5% dell’aliquota sui premi di produzione.

I parametri per beneficiarne sono 2:

  1. il premio deve essere legato ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione e tali parametri devono essere esplicitati in un accordo firmato in sede sindacale e depositato all’ispettorato nazionale del lavoro.
  2. Sono tassabili con aliquota agevolata solo i premi fino a un importo massimo di 3.000 €. Non tutti i lavoratori però possono beneficiarne, ma solo coloro i quali nell’anno fiscale precedente abbiano percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80.000 €.

Importante anche ricordare la possibilità di convertire il premio di risultato in credito Welfare.

Un’ opzione da non sottovalutare, dato che il Welfare non è considerato una forma di retribuzione e quindi non genera alcun costo di contribuzione per l’azienda, producendo così un risparmio del 30% sul costo del lavoro.

Anche il lavoratore ha però i suoi vantaggi, risparmiando sulle tasse e sulla quota di contributi a suo carico.

Legge di bilancio 2025 e sostegno ai lavoratori con figli

Nell’ambito dei possibili aiuti ai lavoratori con figli, viene invece rafforzato il congedo parentale, portando a 3 i mesi indennizzati all’80%, seppur mantenendo i restanti al 30%.

I destinatari diretti di tale miglioria sono però solamente i lavoratori neo-genitori di figli, per cui il congedo obbligatorio di maternità si conclude entro e non oltre il 2025.

L’innalzamento a 2 per i mesi con indennità all’80% era in realtà già stato previsto per il 2024, ma con una riduzione del secondo mese al 60% a partire dal 2025.

L’attuale aumento dei mesi con indennità superiore ha quindi l’obiettivo di incentivare ulteriormente l’utilizzo di questo strumento.

A sostegno delle donne e della natività, viene confermato per il 2025 anche l’esonero contributivo per le lavoratrici madri con 2 figli a carico.

L’anno scorso era già stato introdotto, ma solo fino al 2026 e solo per le lavoratrici con 3 o più figli, mentre veniva limitato unicamente al 2024, per chi ne aveva solamente 2.

L’esonero resta al 100% per i contributi a carico delle lavoratrici, fino a un massimo di 3000 € annui, in presenza di almeno 2 figli, fino al compimento dei 10 anni del più piccolo o - se i figli sono 3 - fino alla maggiore età del figlio più giovane.

Welfare Aziendale e riepilogo Legge di bilancio 2025

Se il mondo del lavoro cambia, anche il Welfare si aggiorna di conseguenza.

In poche parole, quanto detto finora dimostra come la Legge di bilancio confermi e amplifichi gli strumenti del Welfare Aziendale.

La Manovra 2025 prevede inoltre anche un fondo per incentivare i programmi di screening e prevenzione di malattie cardiovascolari e oncologiche organizzati dai datori di lavoro, che non fa che andare a confermare i “trend” già previsti per il Welfare, che tende a muoversi maggiormente nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla salute e al benessere psico-fisico dei lavoratori.

Concludiamo quindi con un ultimo dovuto approfondimento anche sulle aliquote IRPEF e sui tagli 2025 al cuneo fiscale.

Aliquote IRPEF & Legge di bilancio 2025

Ulteriore conferma per il 2025 è l’accorpamento di 2 scaglioni IRPEF, tale da determinare la presenza di soli 3 scaglioni totali invece dei 4, in vigore fino al 2023.

A partire da quest’anno, infatti, la norma è stata resa strutturale e non transitoria, come previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno.

Ad oggi quindi:

  1. per una quota di reddito fino a 28.000 € sarà assoggettata ad un’aliquota del 23%.
  2. Per una quota di reddito superiore a 28.000 e inferiore a 50.000 sarà assoggettata un'aliquota del 35%.
  3. In caso di reddito oltre i 50.000 € si applicherà un'aliquota del 43%.

La riduzione delle aliquote IRPEF è espressione di una evidente volontà di venire incontro alle esigenze finanziarie soprattutto di quella fascia di contribuenti che percepisce un reddito compreso tra i 15.000 e 28.000 €, in modo da aumentare il loro potere d’acquisto.

Rimane invece confermata a 8.500 € la soglia di NO TAX nell’area prevista per i redditi da lavoro dipendente: chi percepisce redditi inferiori a questa soglia in pratica non paga tasse.

Tagli 2025 al cuneo fiscale

Cambia radicalmente nel 2025 anche il taglio del cuneo fiscale.

Attualmente conosciamo il ​​cuneo fiscale come uno sconto contributivo del 6/7%, riconosciuto ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 €, e come controllo mensile del tetto applicabile.

Per capirci meglio: prendendo come parametro di riferimento l’imponibile previdenziale del mese, qualora un dipendente avesse sforato il tetto mensile, non beneficiando per quel mese dell’esonero, avrebbe potuto ricominciare a usufruirne il mese successivo, a condizione di rientrare nuovamente nei parametri preposti.

Dal 2025 invece il beneficio diventa fiscale e non più contributivo.

Ora quindi per i dipendenti con un reddito complessivo di 20.000 € verrà riconosciuta in busta paga una somma esentasse pari a una percentuale della RAL, che varia in base all’ammontare della retribuzione percepita.

Retribuzione da 20.000 a 32.000€ annui = una detrazione fissa di 1.000€.

Retribuzione da 32.000 a 40.000 € annui = una detrazione che decresce fino ad esaurirsi.

Divenendo così il parametro direttamente proporzionale al reddito complessivo percepito dal lavoratore ai fini fiscali, entrano in gioco non solo i redditi da lavoro dipendente ma anche tutti quelli percepiti, come ad esempio i redditi d’affitto o quelli fondiari.

I lavoratori dovranno quindi essere proattivi nel capire quali redditi complessivi presunti rientrano nei parametri previsti dalla legge e nel comunicarli al proprio datore di lavoro.


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