Il 5 febbraio 2021 è stato rinnovato il CCNL per l’industria metalmeccanica, e con esso gli accordi sul welfare CCNL metalmeccanica industria. Questo rinnovo è valido dal 2021, e lo sarà fino al 2024.
In questo articolo vediamo le novità che sono state introdotte, le scadenze, le procedure, i diritti e i doveri delle parti coinvolte.
Welfare CCNL metalmeccanica industria: cos’è
Si tratta di un accordo firmato dalle parti sociali che prevede per i datori di lavoro che applicano questo tipo di contratto l’erogazione di un importo annuale in flexible benefit ai propri dipendenti.
Per semplificare, i datori di lavoro che applicano il CCNL per l’industria metalmeccanica devono, entro il 1° giugno di ogni anno, mettere a disposizione dei propri collaboratori questi strumenti di welfare, dal 2021 fino al 2024.
I dipendenti, invece, possono utilizzarlo entro il 31 maggio dell’anno successivo.
Welfare Metalmeccanici 2021-2024: le novità
Dal 2021, il CCNL Metalmeccanici prevede diverse novità.
In prima battuta troviamo l’aumento salariale dei minimi contrattuali. Questo significa un aumento che parte da 100€ per il terzo livello, fino a 120€ per il quinto livello. Per tutti i livelli, i minimi contrattuali saranno adeguati all’Indice Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi Europei (IPCA).
Oltre all’aumento del salario ci sono altri elementi nuovi; nel CCNL in vigore dal 2021 si cerca infatti di puntare maggiormente all’alfabetizzazione digitale e alla formazione dei collaboratori dipendenti.
Inoltre, il CCNL attuale prevede un sistema nuovo di classificazione dei lavoratori, sulla base di diversi criteri di professionalità. La classificazione è articolata su 9 livelli di inquadramento, inclusi in quattro campi di responsabilità di ruolo.
Vediamo ora chi ha diritto al welfare metalmeccanici.
Chi ha diritto al welfare metalmeccanici 2023?
Dal rinnovo del 2021, il welfare metalmeccanici riguarda solo i lavoratori organizzati nel Contratto Collettivo settore Metalmeccanico Industria con i seguenti contratti:
- contratto a tempo indeterminato: ossia tutti quelli che hanno un contratto attivo al 1° giugno 2023 o che saranno assunti entro il 31 dicembre, a patto che abbiano superato il periodo di prova e che non siano in aspettativa retribuita o indennizzata.
- Contratto a tempo determinato: ossia coloro che hanno maturato almeno 3 mesi, anche non consecutivi, di anzianità di servizio (1° gennaio-31 dicembre).
- Contratto in somministrazione: in questo caso, l’azienda che eroga il welfare non potrà destinarlo direttamente al lavoratore ma dovrà comunicare all’Agenzia per il Lavoro quale welfare ha scelto e il mese nel quale lo erogherà.
Anche con il contratto di somministrazione, il lavoratore deve essere in possesso dei requisiti citati sopra (rapporto a termine con almeno 3 mesi di anzianità, non in aspettativa non retribuita e che abbia superato il periodo di prova).
- Contratto di apprendistato.
Sono esclusi dal welfare coloro i quali non sono lavoratori dipendenti, come i collaboratori a Partita IVA, i tirocinanti, etc.
Il valore di 200 euro dovrà essere riconosciuto per lo stesso importo anche ai lavoratori part-time e ai lavoratori a termine.
Infine, dovrà essere erogato una sola volta all’anno in caso di più rapporti di lavoro del dipendente presso la medesima azienda.
Welfare metalmeccanici: scadenze e procedure per le aziende
Le procedure di erogazione andrebbero concordate con i rappresentanti sindacali aziendali e con quelli unitari. In questo modo si possono individuare i benefit che rispondono maggiormente alle esigenze dei dipendenti.
Come anticipato nell’introduzione, il CCNL metalmeccanica industria prevede l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, di erogare dal 1° giugno gli strumenti di welfare.
Nei prossimi paragrafi vediamo l’importo stabilito e le modalità di erogazione.
Qual è l’importo e come viene erogato il welfare metalmeccanici
Il rinnovo 2021-2024 del Contratto del settore Metalmeccanico Industria ha confermato quanto previsto nel CCNL del 26 novembre 2016.
Il valore dei beni e servizi di welfare che le aziende devono mettere a disposizione dei dipendenti, entro il 1° giugno di ogni anno, è pari a 200€ annui.
Per quanto riguarda la scelta dei beni e dei servizi offerti da erogare, solitamente si punta ai fringe benefit in senso stretto: voucher, buoni spesa, buoni pasto, etc.
Tra le altre categorie ci sono:
- assistenza ai familiari;
- abbonamenti ai mezzi;
- opportunità di istruzione per i figli;
- mutui agevolati, etc.
Abbiamo parlato in dettaglio dei servizi e dei beni che possono essere inclusi nel welfare nell’articolo dedicato alle differenze tra fringe benefits e welfare aziendale.
Questi benefici si aggiungono alla previdenza integrativa, all’assistenza sanitaria integrativa e ai congedi parentali retribuiti (3 giorni annui per malattia dei figli con età non superiore ai 3 anni).
Non si tratta di un bonus monetario erogato in busta paga: il welfare non viene erogato in denaro e quindi non viene conteggiato nella busta paga, ma viene considerato come un pacchetto di beni e servizi aggiuntivi.
Viene definito come un Flexible Benefit con importo di 200 euro all'anno. Questo valore non può essere convertito in denaro ed è destinato a essere utilizzato per l'acquisto di beni e servizi volti a migliorare la vita personale e familiare dei dipendenti. L'accento viene posto sui servizi con finalità educative, di istruzione, di svago, di assistenza sociale, sanitaria o di culto.
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