Prevedere un determinato avvenimento e provvedere a risolverlo, aiuta ad affrontare ogni tipo di problema.
Dare un proprio contributo al mondo che ci circonda, lasciare la nostra impronta per un miglioramento futuro, sentirsi utili, sono sentimenti positivi che viviamo e che concorrono a formare la nostra felicità e a valorizzare la nostra persona.
Perdiamo fiducia in noi stessi nel momento in cui percepiamo di non essere compresi a fondo, quando sentiamo di essere svalutati da parti terze, quando non riusciamo a concludere una situazione in particolare.
Quando eravamo bambini era normale non essere capaci a fare qualcosa, “ma con il tempo vedrai che imparerai e sarai bravissimo!”.
Oggi invece, se una cosa non ci riesce non abbiamo tutto l’entusiasmo di un bambino alle prime armi e ci buttiamo giù, chi prima chi dopo, capita di vedere noi stessi come “incapaci” nello sviluppo di determinate attività e non all’altezza della situazione.
Quindi, riflettendo questa situazione nel mondo lavorativo, non riuscire a trovare un posto di lavoro dopo tutto l’impegno che si mette nella ricerca oppure lavorare sì, ma essere contornato da troppe cose a cui pensare relative alla propria vita privata, avere la sensazione di non essere compresi dai colleghi e dal management, provoca una situazione di stress che si esplicita con stati di tristezza e inadeguatezza profondi.
“Ma cosa vuoi che sia, ha il lavoro e pure si lamenta. Ma ce l’avessi io!”
“Ai miei tempi si lavorava senza dire una parola, schiena bassa e nessuna lamentela!”
Capita ancora oggi di sentire frasi simili a queste. Si tratta però di persone che sono vissute in un mondo molto distante da quello in cui viviamo oggi, caratterizzato da una cultura organizzativa ormai sorpassata.
Oggi non è più accettabile considerare il lavoro come fatica, al contrario dovrebbe rispecchiare l’essenza di ogni persona e il proprio benessere.
Situazioni gravi di tensione derivanti dalle attività lavorative sono ormai all’ordine del giorno, tanto che l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha deciso di inserire ufficialmente lo stress da lavoro, il burn out, nel suo grande elenco dei disturbi medici, aggiornato di anno in anno.
Non si tratta della scoperta di una vera e propria malattia, bensì del riconoscimento di un disturbo associato alla professione svolta.
Come diagnosticare questa sindrome?
È necessario escludere preventivamente tutti i disturbi che presentano sintomi simili a quelli identificati per questa tipologia, tra cui vi sono depressione, ansia e disturbi di adattamento. I sintomi più chiari per identificare lo stress da lavoro come disturbo reale sono spossatezza, cinismo, isolamento e sentimenti negativi generali e verso il proprio lavoro, che conducono verso un’efficacia professionale ridotta.
Possiamo affermare che questa sindrome esiste da sempre, dal momento in cui abbiamo cominciato a svolgere attività lavorative. Solo oggi abbiamo però compreso quanto sia difficoltoso poter convivere con questo sentimento negativo che, anche senza volerlo davvero, raggiunge tutte le sfaccettature della vita di chi ne è affetto.
Come un’azienda può agire per provare a prevenire una situazione di questo tipo?
Il lavoratore passa parecchie ore della propria giornata all’interno dell’azienda in cui lavora, le principali ore di una giornata. Dunque, il management deve porre parecchia attenzione al benessere dei collaboratori perché le attività aziendali sono svolte proprio dai lavoratori stessi.
È necessario che un’azienda si prenda cura:
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Della cultura aziendale.
Il fatto che ci siano rapporti positivi tra persone è davvero importante.
Quanto può cambiare l’andamento di una giornata il discorso mattutino con il barista da cui fate colazione?
I rapporti sono importanti e in questo l’azienda gioca un ruolo rilevante, deve infatti costruire un ambiente calmo e disponibile, in cui ognuno ha i propri compiti ma aiuta volentieri il collega, senza necessità di mettere zizzania per raggiungere i propri obiettivi.
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Dell’ambiente in cui operano le persone.
Ebbene sì.
È fondamentale che l’ambiente di lavoro sia confortevole, ovvero che gli uffici siano luminosi, comodi e spaziosi; che i luoghi di produzione e il magazzino siano puliti e sicuri.
Potrebbe sembrare una frase fatta, ma provate a lavorare nel piano -1, in un call center, con inquinamento acustico proveniente dal vicino e poca luce. Non sembrerebbe forse una batteria di polli?
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Della valorizzazione del collaboratore.
L’azienda deve considerare i collaboratori come persone, ognuno con una propria storia alle spalle ed esperienze che lo fanno essere ciò che è oggi.
“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”.
Ognuno di noi ha pensieri che esulano dalle attività lavorative. Saremmo capaci di lavorare meglio e con maggiore concentrazione se fossimo sicuri di riuscire a gestire la vita privata al meglio.
In questo caso l’azienda può avere un ruolo importante mettendo a disposizione dei propri collaboratori servizi tarati sulle reali esigenze di vita di ognuno.
È importante il ruolo dell’azienda nella vita di ognuno di noi, oggi finalmente ne siamo consci.
Sei convinto anche tu che prevenire sia meglio che curare?