È giunto il momento di rimboccarsi le maniche e imparare i mestieri del futuro
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L’inconfondibile conto alla rovescia per la fine dell’anno è vicino. Potremmo idealmente farlo coincidere con l’avvento vero e proprio della Digital Transformation, senza collegarlo a macchine volanti o vacanze invernali su Marte, non è questo il tema, almeno per il momento.
Si tratta invece della tanto attesa evoluzione digitale di cui tutte le aziende saranno protagoniste e per cui già lungo quest’anno hanno cominciato a porre le basi per non rischiare di rimanere indietro. Questa inarrestabile trasformazione digitale avrà un profondo impatto sulle persone, coloro che prestano ogni giorno il proprio contributo all’interno dell’organizzazione.
Di quale tipo di impatto prorompente stiamo parlando?
L’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale implicherà una imprescindibile riduzione della manodopera, da contemplare però in maniera positiva. La digitalizzazione non dovrà infatti considerarsi come un concetto completamente sostitutivo delle attività umane, secondo uno schema ben scadenzato di mera riduzione dei costi, bensì si tratterà di un particolare processo di complementarietà delle skills.
Le persone saranno messe nelle condizioni di migliorare le proprie competenze, di conoscere sempre più cose e di imparare ciò che effettivamente sarà loro utile per lo svolgimento delle attività lavorative future.
Come cambieranno dunque i processi?
I tempi decisionali si accorceranno in quanto le informazioni scorreranno a flusso continuo ed immediato, il che permetterà di rendere il sistema più snello. A questo livello del processo i lavoratori di maggiore valore saranno coloro che appariranno più disponibili e proattivi verso l’aggiornamento delle proprie capacità.
Ecco che nuovamente il ruolo principale lo svolgono le aziende, le quali dovranno essere capaci di mettere i lavoratori nelle condizioni più opportune per imparare, aggiornare e migliorare le proprie conoscenze, non solo valutando semplici corsi di formazione interni, ma cooperando con il mondo esterno e dando la possibilità ad ognuno di collaborare gli uni con gli altri attraverso una trasmissione di sapere che oggi avviene solo tra le figure senior e quelle junior, e forse neanche così spesso.
Le persone saranno scosse dai cambiamenti, sarà richiesto loro di modificare le proprie abitudini, dovranno avere la voglia e la capacità di condividere con altri il proprio lavoro, le proprie competenze e tutte le informazioni necessarie con l’obiettivo di una maggiore coordinazione e collaborazione.
Solo in questo modo sarà possibile superare i limiti presenti ad oggi nelle imprese tradizionali, dove i lavoratori non hanno la possibilità di buttare giù le barriere organizzative. Proprio per queste motivazioni i lavoratori dovranno essere accompagnati lungo questo percorso dalla propria azienda e, nello specifico, dal management. Seguire quindi l’esempio.
Questo richiede una cultura del lavoro sempre più orientata al risultato e meno alla presenza fisica. In modo logico e naturale ci si ricollega alla possibilità crescente di introdurre in azienda il concetto di Smart Working, concezione di lavoro innovativa che deriva dal cambiamento che sta avvenendo in cui le persone maneggeranno sempre meno strumenti materiali ma sempre più informazioni virtuali, quasi dei sistemi cloud con sentimenti.
Torniamo ad essere per un attimo umani, protagonisti di questa era digitalizzata.
Proprio perché siamo persone con impulsi ed emozioni differenti diventa decisamente delicato l’approccio nei confronti di una strategia aziendale fondata sul progresso e sull’evoluzione tecnologica, la trasformazione deve avvenire con attenzione. Il coinvolgimento dei lavoratori è fondamentale in questo processo evolutivo, è necessario andare tutti verso la stessa direzione, convinti e preparati per affrontare quello che verrà.
Mantenere tutti i propri collaboratori allineati verso lo stesso obiettivo non è una cosa semplice.
In ogni caso, le buone relazioni tra l’azienda e le proprie persone rappresentano il modo migliore per sviluppare un ambiente aziendale positivo, inclusivo e motivante. Inoltre, sono concetti che stanno alla base del valore sociale dell’impresa e che ne consolidano la reputazione.
Il welfare aziendale potrebbe sicuramente giocare un ruolo interessante in questo frangente: l’investimento sulle persone è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, in particolare in un clima di cambiamento verso qualcosa di nuovo e sconosciuto.
Il legame esistente tra il livello di engagement dei collaboratori e le relative prestazioni aziendali è ormai indiscutibile. Purtroppo ancora oggi, la cultura di motivare i lavoratori ragionando su qualcosa che vada oltre la loro retribuzione è un concetto relativamente nuovo. La frenesia e il caos del mondo di oggi richiedono un'attenzione maggiore al singolo, che si esplicita in un livello più elevato di benessere psicologico.
Il desiderio di ognuno di noi è quello di far parte di una società innovativa, caratterizzata da soluzioni capaci di aumentare il benessere della persona e di migliorarne l’esperienza lavorativa di tutti i giorni. Ogni ambiente di lavoro è caratterizzato da una cultura organizzativa specifica che, appunto, dona la forma all’ambiente di lavoro circostante, alle relazioni tra colleghi e ai processi interni.
La sfida per le aziende è proprio quella di dare vita ad una struttura organizzativa rivoluzionata in cui il benessere lavorativo ne è il concime, da cui germogliano le relazioni tra lavoratori e quelle con il management. Il miglioramento della qualità della vita di ognuno, in un ambiente nuovo e pronto a ripartire, ne è il frutto.
Il welfare aziendale nasce come miglioramento della vita delle persone, si sviluppa dalle esigenze specifiche di ognuno lasciate insoddisfatte dalla molteplicità dei servizi troncati dal welfare statale.
Può essere considerato come un’arma strategica in capo al management che vuole investire sulle sue persone, stimolandole verso uno sviluppo continuo della propria vita e, di conseguenza, verso un potenziamento delle proprie competenze.
Così facendo tutta l’organizzazione lavora nella stessa direzione, perseguendo gli stessi obiettivi, approfondendo ognuno skill specifiche. Il tutto si traduce in un aumento della soddisfazione lavorativa.
Durante il percorso di consolidamento, nelle singole persone maturano sentimenti di apprezzamento e considerazione, che si esplicitano attraverso un maggior sentimento di fiducia nei confronti del management e in un grado più elevato di engagement. Il lavoratore così motivato sa di poter contare sulla propria organizzazione in qualsiasi momento e per qualsiasi problematica, sa di vivere in un ambiente sicuro e onesto, sentendosi valorizzato ed apprezzato dagli investimenti fatti su di lui.
È indubbio che il lavoratore si senta maggiormente compreso e considerato se la comunicazione interna con i colleghi e con il management è aperta e sincera. Accade ancora troppo spesso che il flusso di informazioni sia distorto, alterato, bloccato, quasi come si volesse giocare al telefono senza fili. In molti casi, però, non viene utilizzato nemmeno un cordless. Questo fenomeno ha un impatto indiretto sul grado di engagement del dipendente, inteso come sentimento di appartenenza e tipologia di rapporto con l’azienda.
Il futuro lo si costruisce insieme.