Nella visione di numerose figure di spicco del mondo HR si consolida il valore sociale del welfare aziendale che mette al centro dell’attenzione l’individuo e le sue fragilità, come sottolineato nel 4° Rapporto Censis-Eudaimon.
La pandemia ha investito la quotidianità di tutti noi, spesso generando nuove necessità. Proprio per questo il welfare aziendale si inserisce sempre più nella vita delle persone, ad integrazione di un welfare pubblico che fatica a stare al passo di una società in continua evoluzione.
Contemporaneamente, è in atto una vera e propria rivoluzione culturale che, quantomeno per quanto riguarda i white collars, vede mutare la figura del lavoratore e del suo ruolo in azienda, così come stanno mutando i concetti di tempo e spazio di lavoro.
Secondo il 4° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, il 31,6% dei lavoratori italiani pratica oggi una qualche forma di lavoro in remoto. Questo nuovo contesto lavorativo e sociale merita l’attenzione di tutti i datori di lavoro, affinché questa trasformazione venga vissuta come un’opportunità e non diventi motivo di esclusione.
Questa è una delle ragioni che sta spingendo sempre più aziende a proporre ai propri collaboratori piani di welfare aziendale in grado di supportarli nella gestione di questa nuova realtà, mettendo al centro dell’attenzione le persone e le loro famiglie.